CANTINA DISLIVELLI
Mountain Storytelling

Il 25 luglio del 1933, Cesare Folatti, Peppino Mitta e Luigi Bombardieri, realizzarono la loro più celebre impresa: la prima ascensione dello strapiombante canalone ghiacciato della Fòrcola d’Argient; la parete fu affrontata con grande prodezza e con mezzi tecnici limitatissimi: dure corde di canapa, piccozza, ramponi, abiti di panno infeltrito, pane, vino e scemüdin.
Le sagome a fianco sono quelle da sx di Peppino Mitta e Cesare Folatti che proprio quel giorno furono immortalati dalla bellissima foto ai sali d’argento scattata e dedicata ai due da Luigi Bombardieri.
La prima ascensione al colle d’Argient per il canalone di ghiaccio è assimilabile a una vera e propria esplorazione, poiché oltre ad aver comportato non pochi rischi ha costituito un tassello importante nell’alpinismo di allora e di oggi; una parete di ghiaccio verticale che sottolinea la contemporaneità delle loro prodezze, la genialità della loro visione e non ultimo l’amore e la passione per quelle vette.
“Si aveva la montagna nel sangue e nel cuore, si andava lavorare è vero, ma anche perché si era appassionati. Era un alpinismo avventuroso.” (Peppino Mitta)
“Nel 1933 abbiamo deciso di andar su e di fare questo canale. Però era un po’ pauroso perché tutti tornavano indietro, ma noi siamo arrivati in cima.” (Cesare Folatti)
winery storytelling 2020
L’ettaro vitato, condotto senza l’utilizzo di alcun prodotto di sintesi, situato nella sottozona della sassella -“pizzamëa-trigioeu” tra i 400-450m slm, è caratterizzato da pendenze superiori al 30% e da affioramenti rocciosi d’epoca wurmiana.
Il terreno sasso-ghiaioso, è costituito da: argilla, ferro e sabbia di rocce sfaldate.
La vinificazione in anfora, vede la fermentazione spontanea ad acino intero e una lunga macerazione sulle bucce – 71gg.
Questo riporta sul retro l’etichetta dislivelli 2020 per fare da intro a quel luogo che potrete trovare nella bottiglia.
Proprio così, l’idea è quella di far in modo che nel vostro calice finisca del nebbiolo delle alpi in purezza, lontano dai tannini dei legni e dall’industrializzazione degli acciai, un nebbiolo diverso che si esprime nella sua più totale naturalezza.
Di argilla furono i primi contenitori per vino durante l’epoca fenicia, greca e romana.


winery storytelling 2021
Questa bottiglia ci conduce, zigzagando tra i filari di nebbiolo e gli affioramenti rocciosi d’epoca wurmiana, sui ripidi terrazzi della sassella nella sottozona denominata baffo pizzamëa-trigioeu.
Il terreno sasso-ghiaioso, caratterizzato da pendenze a volte superiori al 30%, è costituito da: argilla, ferro e sabbia di rocce sfaldate.
L’ettaro vitato, viene custodito con un approccio minimalista che segue una visione antroposofica della natura e del suo habitat.
La vinificazione in anfora, vede la fermentazione spontanea ad acino intero seguita da una macerazione di 121 gg.